Colpo di POPOLO ad Atene!!! La gente insieme all’esercito e alla polizia… tutti Esseri Umani e Fratelli.

Da: wildsidez at gmail.com
Data: 22 dicembre 2008 11:41:20 GMT+01:00
A: forum at liste.bologna.social-forum.org

Oggetto: [BSF] anche l’esercito greco si ribella – lettera dei “refusenik” ellenici
http://indy.gr/newswire/epistol-apo-ta-stratopeda-poy-arneitai-ton-katastaltiko-rolo-toy-stratoy
http://tapesgoneloose.blogspot.com/
Letter from army camps refuting the army’s repressive roleCentinaia di soldati dei 42 campi dell’esercito dichiarano:
CI RIFIUTIAMO DI DIVENTARE UNA FORZA DI TERRORE E DI REPRESSIONE CONTRO LE MOBILITAZIONI;
APPOGGIAMO LA LOTTA DEGLI STUDENTI DI SCUOLA/UNIVERSITA’ E DEI LAVORATORI
 

Siamo dei soldati da ogni parte della Grecia [è necessario qui osservare che in Grecia è ancora in vigore la coscrizione e che riguarda tutti i greci maschi; la maggior parte o forse anche tutte le persone che firmano questo sono legati al popolo che al momento stanno servendo nel servizio militare obbligatorio – non reclute dell’esercito]. Soldati ai quali, a Hania, è stato ordinato di opporsi a studenti universitari, lavoratori e combattenti del movimento antimilitarista portando le nostre armi e poco tempo fa. [Soldati] che portano il peso delle riforme e della “preparazione” dell’esercito greco. [Soldati che] vivono tutti i giorni attraverso l’oppressione ideologica del militarismo, del nazionalismo dello sfruttamento non retribuito e della sottomissione ai “[nostri] superiori”.
Nei campi dell’esercito [nei quali serviamo], sentiamo di un altro “incidente isolato”: la morte, provocata dall’arma di un poliziotto, di un quindicenne di nome Alexis. Sentiamo di lui negli slogan portati sopra le mura esterne del campo come un tuono lontano. Non sono stati chiamati incidenti anche la morte di tre nostri colleghi in agosto? Non è stata pure chiamata un incidente isolato la morte di ciascuno dei 42 soldati che sono morti negli ultimi tre anni e mezzo? Sentiamo che Atene, Thessalonica ed un sempre crescente numero di città in Grecia sono diventate campi di agitazione sociale, campi dove viene recitato fino in fondo il risentimento di migliaia di giovani, di lavoratori e di disoccupati. Vestiti con uniformi dell’esercito ed “abbigliamento da lavoro”, facendo la guardia al campo o correndo per commissioni, facendo i servitori dei “superiori”, ci troviamo ancora lì [in quegli stessi campi]. Abbiamo vissuto, come studenti universitari, come lavoratori e come disperatamente disoccupati, le loro “pentole d’argilla”, i “ritorni di fiamma accidentali”, i “proiettili deviati”, la disperazione della precarietà, dello sfruttamento, dei licenziamenti e dei procedimenti giudiziari. Ascoltiamo i mormorii e le insinuazioni degli ufficiali dell’esercito, ascoltiamo le minacce del governo, rese pubbliche, sull’imposizione dello “stato d’allarme”. Sappiamo molto bene cosa ciò significhi. Viviamo attraverso l’intensificazione [del lavoro], aumentate mansioni [dell’esercito], condizioni estreme con un dito sul grilletto. Ieri ci è stato ordinato di stare attenti e di “tenere gli occhi aperti”.
Ci chiediamo: A CHI CI AVETE ORDINATO DI STARE ATTENTI?
Oggi ci è stato ordinato di stare pronti ed in allarme. Ci chiediamo? VERSO CHI DOVREMMO STARE IN ALLARME?
Ci avete ordinato di stare pronti a far osservare lo stato di ALLARME:
– Distribuzione di armi cariche in certe unità dell’Attica [dove si trova Atene] accompagnata anche dall’ordine di usarle contro i civili se minacciate. (per esempio, una unità dell’esercito a Menidi, vicino agli attacchi contro la stazione di polizia di Zephiri)
– Distribuzione di baionette ai soldati ad Evros [lungo la frontiera turca]
– Infondere la paura nei dimostranti spostando i plotoni nell’area periferica dei campi dell’esercito
– Spostare per protezione i veicoli della polizia nei campi dell’esercito a Nayplio-Tripoli-Korinthos
– Il “confronto” da parte del maggiore I. Konstantaros nel campo di addestramento per reclute di Thiva riguardo l’identificazione di soldati con negozianti la cui proprietà è stata danneggiata
– Distribuzione di proiettili di plastica nel campo di addestramento per reclute di Corinto e l’ordine di sparare contro i nostri
concittadini se si muovessero “minacciosamente” (nei riguardi di chi???)
– Disporre una unità speciale alla statua del “Milite ignoto” giusto di fronte ai dimostranti sabato 13 dicembre come pure mettere in posizione i soldati del campo di addestramento per reclute di Nayplio contro la manifestazione dei lavoratori
– Minacciare i cittadini con Unità Operazioni Speciali dalla Germania e dall’Italia – nel ruolo di un esercito di occupazione – rivelando così il vero volto anti-lavoratori/autoritario della U.E.
La polizia che spara prendendo a bersaglio le rivolte sociali presenti e future. E’ per questo che preparano un esercito che assuma i compiti di una forza di polizia e la società ad accettare il ritorno all’esercito del totalitarismo riformato. Ci stanno preparando ad opporci ai nostri amici, ai nostri conoscenti ed ai nostri fratelli e sorelle. Ci stanno preparando ad opporci ai nostri precedenti e futuri colleghi al lavoro ed a scuola. Questa sequenza di misure dimostra che la leadership dell’esercito, della polizia e l’approvazione di Hinofotis (ex membro dell’esercito professionale, attualmente vice ministro degli interni, responsabile per “agitazioni” interne), del QG dell’esercito, dell’intero governo, delle direttive della U.E., dei negozianti-come-cittadini-infuriati e dei gruppi di estrema destra mirano ad utilizzare le forze armate come un esercito di occupazione – non ci chiamate “corpo di pace” quando ci mandate all’estero a fare esattamente le stesse cose? – nelle città dove siamo cresciuti, nei quartieri e nelle strade dove abbiamo camminato. La leadership politica e militare dimentica che siamo parte della stessa gioventù. Dimenticano che siamo carne della carne di una gioventù che sta di fronte al deserto del reale all’interno ed all’esterno dei campi dell’esercito. Di una gioventù che è furibonda, non sottomessa e, ancora più importante, SENZA PAURA. SIAMO CIVILI IN UNIFORME.
Non accetteremo di diventare strumenti gratuiti della paura che alcuni cercano di instillare nella società come uno spaventapasseri. Non accetteremo di diventare una forza di repressione e di terrore. Non ci opporremo al popolo con il quale dividiamo quegli stessi timori, bisogni e desideri/lo stesso futuro comune, gli stessi pericoli e le stesse speranze.
CI RIFIUTIAMO DI SCENDERE IN STRADA PER CONTO DI QUALSIASI STATO D’ALLARME CONTRO I NOSTRI FRATELLI E SORELLE. Come gioventù in uniforme, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo che lotta e urliamo che non diventeremo delle pedine dello stato di polizia e della repressione di stato. Non ci opporremo mai al nostro popolo. Non permetteremo nei corpi dell’esercito l’imposizione di una situazione che ricordi i “giorni del 1967” [quando l’esercito greco ha effettuato il suo ultimo colpo di stato].

____________________Hundreds of soldiers from 42 army camps state: WE REFUSE TO BECOME A
FORCE OF TERROR & REPRESSION AGAINST THE MOBILIZATIONS; WE SUPPORT THE
STRUGGLE OF SCHOOL/UNIVERSITY STUDENTS & THE WORKERS.
We are soldiers from all over greece [it’s necessary to not remark
here that conscription is still active in greece & affects all males
greeks; most or maybe even all of the people signing this are bound to
be people who are serving their compulsory military service at the
moment – not army recruits]. Soldiers who, in Hania, were ordered to
stand against university students, workers & fighters of the
antimilitary movement carrying our guns & a short while ago.
[Soldiers] who are carrying the weight of reforms & of the “readiness”
of the greek army. [Soldiers who] live every day through the
ideological bullying of militarism, nationalism, unpaid exploitation &
of submission to “[our] superiors”.
In the army camps [we’re serving at], we hear of another “isolated
incident”: the death, [caused] by a policeman’s gun, of a 15-year-old
called Alexis. We hear [of] it in slogans carrying over the camp’s
outer walls like a distant thunder. Weren’t the deaths of three
colleagues of ours in August also called isolated incidents? Wasn’t
the death of each one of the 42 soldiers who died in the last 3.5
years also called an isolated incident?
We hear that Athens, Thessaloniki & an ever-increasing number of
cities in greece become fields of social unrest, fields where the
outrage of thousands of youths, workers & unemployed is played out.
Dressed with army uniforms & “working attire”, guarding the camp or
running errands, [being] servants of the “superiors”, we still find
ourselves there [in those same fields]. We lived, as university
students, workers & desperately unemployed, the[ir] “claypots”,
“accidental backfirings”, “[bullet] deflections”; the desperation of
precarity, of exploitation, of lay-offs & of prosecutions.
We hear whispers & insinuations from the army officials, we heard the
government’s threat, made public, about the imposition of an “alarm
state.” We know very well what this means. We live it through
intensification [of work], increased [army] duties, extreme conditions
with one finger on the trigger.Yesterday we’ve been ordered to be careful & “keep our eyes open”.
We’re asking: WHOM DID YOU ORDER US TO BE CAREFUL OF?Today, we’ve been ordered to be ready & alert. We’re asking? TOWARDS
WHOM SHOULD WE BE ALERT?

You ordered us to be ready to impose a state of ALERT:

• Distribution of loaded guns in certain units in Attiki [where Athens
is] even accompanied by the order to be used against civilians if
they’re threatened. (e.g. an army unit in Menidi, close to the attacks
against the police station of Zephiri.)

• Distribution of bayonets to soldiers in Evros [along the turkish border]

• Instilling fear to protesters by moving platoon to peripheral army camps.

• Moving police vehicles to army camps in Nayplio-Tripoli-Korinthos
for safekeeping.

• The “dopping” by the Major I. Konstantaros in the Thiva bootcamp
concering the identification of soldiers with the storeowners whose
property is being damaged.

• Distribution of plastic bullets in the Korinthos bootcamp & the
order to shoot againts our fellow citizens if they move in
“threateningly” (with respect to whom???)

• Positioning a special unit at the “Unknown Soldier” [statue] right
across from the demonstrators on Saturday, December 13, as well as
[positioning] the soldiers of the Nayplio bootcamp against the
pan-workers demo.

• Threatening [the citizens] with Special Operations Units from
Germany & Italy – in the role of an Occupation Army – thus revealing
E.U.’s real, anti-workers/authoritarian face.

Police shoots targeting the present & future of social revolts. That’s
why they’re preparing the army tot assume the duties of a police force
& the society to accept the return to the army of the Reformers’
Totalitarianism. They’re preparing us to stand against our friends,
out acquaintances & our brothers & sisters. They’re preparing us to
stand against our former & future colleagues at work & in school.

This sequence of measures shows that the leadership of the army-the
police & the consent of Hinofotis (former member of the professional
army, currently vice minster of the Interior, responsible for interior
“unrest”), of the General HQ of the Army, of the entire government, of
the E.U. directives, of the store-owners-as-infuriated-citizens & of
the far-right-wing groups aim at utilizing the Armed Forces as an
Occupation Army – aren’t you calling us “peace corps” when you send us
abroad to do the exact same things? – in the cities where we grew up,
in the neighborhoods & the roads where we walked.

The political & military leadership forgets that we’re part of that
same youth. THhey forget that we’re flesh from the flesh of a youth
which is confronted with the desert of the real inside & outside army
camps. Of a youth that’s outraged, not subserviant; & most
importantly, FEARLESS.

WE’RE UNIFORMED CIVILIANS.

We won’t accept becoming complimentary tools of fear which some
attempt to instill over society as a scarecrow.
We won’t accept becoming a force of repression & terror.
We won’t stand against people whom we share that same fears, needs &
desires/[the same] common future, perils & hopes with.

WE REFUSE TO TAKE TO THE STREETS ON BEHALF OF ANY STATE OF ALERT
AGAINST OUR BROTHERS & SISTERS.

As a youth in uniform, we express our solidarity with the people
who’re fighting & we scream that we won’t become pawns of the
police-state & of state repression. We’ll never stand against our own
people. We won’t allow the imposition of a situation in the army corps
that will be bringing to mind “days of 1967” [when the greek army had
his last coup d’etat].

2 commenti

  1. Caro Samuele,
    ho letto attentamente questo scritto.
    Mi rammento che anche noi avevamo un esercito di coscritti.
    Oggi è sostituito da un esercito di “professionisti”.
    Questa è stata una grave modifica dell’assetto istituzionale.
    Un esercito di coscritti può solidarizzare con il popolo, un esercito
    di professionisti no di sicuro.
    L’ eliminazione della leva obbligatoria è stata considerata una vittoria
    pacifista….. e se non fosse così?
    Un abbraccio
    Luigi Giannelli

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